Interoperabilità e dati collegati in biblioteche di tutto

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Jesús Gascón García
Departament de Biblioteconomia i Documentació
Universitat de Barcelona


Seminar Global Interoperability and Linked Data (2012: Florència, Itàlia). Global interoperability and linked data in libraries. Ed.: Mauro Guerrini; proceedings by Gianfranco Crupi and Ginevra Peruginelli. [Firenze]: Università di Firenze, Dipartimento SAGAS, Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo, 2013. Núm. especial de: JLIS.it: Italian journal of library and information science (vol. 4, n. 1). <http://leo.cilea.it/index.php/jlis/issue/current>. [Consultatio il 22 luglio 2013].

Linked Data (Semantic Web) candies

I dati, in genere riguardanti le risorse documentarie, realizzate dalle biblioteche costituiscono cataloghi, peró, sebbene questi siano nella web, restano al margine della web semantica e di solito sono ignorati dagli investigatori generici. È paradossale come questi dati "bibliotecari", di gran qualità e ben strutturati, tanto nei registri bibliografici come in quelli d'autorità, in cambio, no siano utilizzati fuori dal loro ambito.

L'adozione dei dati collegati nei cataloghi, vincolati alla web, possono facilitare la ricerca e il recupero di contenuti, approfittando il controllo e la precisione, caratteristici dei linguaggi e metalinguaggi impiegati come strumenti bibliotecari, dei vocabolari contollati e delle ontologíe. Allo stesso modo i cataloghi possono integrare informazioni e dati procedenti da altri contesti, im modo tale d'arricchire l'informazione che offrono. D'altro canto, questi strumenti acquisiscono una visibilità e un uso che non hanno avuto fino ad ora, e per utenti alieni alla comunità bibliotecaria.

Il congresso venne organizzato dall'Istituto centrale per il catalogo unico in collaborazione con il Linked Heritage Project, nel quale partecipano istuzioni culturali di venti stati europei (Europeana ne è il prodotto piú conosciuto). L'obiettivo era condividere conoscenze ed esperienze riguardanti l'applicazione dei dati collegati come strumento d'accesso ed intercambio di contenuti nella web, la necessità dei quali è stata accentuata dalla digitalizzazione massiva dei documenti, come nel caso Europeana. Il congresso peró si incentra nei dati collegati aperti e nella interoperabilità nell'ambito delle biblioteche.

Le ventotto contribuzioni della riunione si strutturano in una introduzione e tre parti. Nell'introduzione Rosa Caffo presenta l'ambito istituzionale e il lavoro svolto sul campo per l'ICCU e le istituzioni europee, e Mauro Guerrini (editore degli atti) presenta gli obiettivi del seminario. Gianfranco Crupi (Università La Sapienza di Roma: "Beyond the Pillars of Hercules: linked data and cultural heritage") e "Linked data: a new alphabet for the semantic web", di Mauro Guerrini e Tiziana Possemato (Università degli studi di Firenze, sebbene nel primo gruppo di interventi), sintetizzano la situazione riferita ai dati collegati, passando dalla web semantica alla sua presenza e la sua funzione nell'"universo bibliografico".

Il primo gruppo di interventi ("Linked data as a new paradigm of data interconnection") presenta i principi generali della questione e la necessità urgente di applicare i dati collegati all'ambito culturale e bibliotecario. Karen Coyle avverte che sebbene la conversione degli schemi degli standard bibliografici (ISBD, RDA, FRBR...) a dati di web semantica, il mondo bibliotecario non ha affrontato sistematicamente l'interconnessione e gli scambi di questi dati con la web e lo deve fare per non perdere utenti, giá abituati al continuo scambio di dati tra differenti piattaforme e contesti. Nella stessa direzione, Tom Baker (Dublin Core Metadata Initiative) difende la traduzione delle descrizioni delle risorse a URI attraverso RDF, in modo che possano integrarsi facilmente nella web semantica. Michele Barbera (Net7) espone il valore sociale dello scambio che implicano i dati collegati.

Il secondo gruppo ("Publishing value vocabularies and Standard as linked data") si concentra su come determinati standard bibliografici si sono adattati al contesto dei dati collegati per poter funzionare nella web semantica. Pat Riva (Bibliothèque et Archives nationales du Québec) commenta in questo senso le iniziative del FRBR Review Group, sviluppando i modelli FRBR, FRAD i FRSAD e l'estensione di FRBRoo. Elena Escolano (Biblioteca Nacional, Spagna) si riferisce all'adattamento delle ISBD alla web, attraverso RDF, in modo da pubblicare cataloghi nel formato dei dati collegati. Barbara Tillet (Library of Congress) e Alan Danskin (British Library) parlano del RDA: la prima in forma generale; il secondo, dettagliandone la pubblicazione dell'insieme di elementi come i dati collegati nell'Open Metadata Registry. Kevin ford (Library of Congress) con la Library of Congress classification, e Joan S. Mitchell e Michael Pranzer (OCLC) con Dewey decimal classification, presentano l'adattamento degli schedari d'autoritá delle due classificazioni in dati collegati con RDF e SKOS. DDC, disponibile in questo formato dal 2009, è stato giá utilizzato da altre pagine web che ne hanno collegato dati come AGROVOC o GeoNames. In quanto a esperienze di conversione di vocabolari controllati Marie-Veronique Leroi (Ministère de la culture et de la communication, Francia) presenta il progetto Linked Heritage, successore dell'Athena project per aggiungere contenuti di musei a Europeana, e lo sviluppo di diversi vocabolari formalizzati in SKOS. Giovanni Bergamin i Anna Lucarelli (Biblioteca nazionale centrale, Firenze) commentano l'esperienza della conversione del Nuovo soggettario, tesaurus che, nel suo nuovo formato, puó essere applicato fuori del su ambito bibliotecario. Infine Tommaso Angioloni e altri quattro membri dell'Istituto di teoria e tecniche dell'informazione giuridica del CNR spiega il passaggio a dati collegati dal database giuridico DoGi-Legal Doctrine, facendolo interoperabile da altri fornitori di servizi e accessibile nella web semantica.

L'ultimo gruppo "Towards a web of data: applications and experiences", riunisce eperienze concrete e studi specifici. Aldo Gangemi commenta quello del Consiglio nazionale delle ricerche, centrata nell'accessibilità dei dati dell'amministrazione pubblica. Anche Giovanni Menduni, G. Vannunccini i G. Innocenti presentano il trattamento dei dati amministrativi del governo municipale di firenze, per farlo accessibile alla cittadinanza. Tiziana Possemato presenta ITACH@ Project, per fare interoperabili i dati di istituzioni culturali come musei, archivi, biblioteche o relativi al turismo. Jan Brase (National Library of Science and Technology) commenta il caso di DataCite, consorzio internazionale che vuole promuovere l'ntercambio e l'uso dell'insieme dei dati che si offrono in un serbatoio di metainformazioni e in un servizio di dati collegati. Gordon Kenna (Collections Trust, Regno Unito) riassume la traiettoria del Linked Heritage Project (2011-2013), della Commissione Europea per fornire contenuti a Europeana, procedenti tanto dal settore pubblico come dal privato.

La necessaria collaborazione del settore privato è trattata da Graham Bell (EDItEUR),che sottolinea il potenziale dell'ISNI (International Standard Name Identifier) per identificare in maniera univoca i soggetti implicati nella creazione e da Patrizia Martini (ICCU), che commenta le ricerche del Work Package 4 Public, ente privato che studia le differenze d'uso di metainformazioni tra istituzioni pubbliche e private, e come possono beneficiarsene mutuamente. Nell'ambito privato Axel Kaschte espone il ruolo dei fornitori di servizi alle biblioteche, concretamente dell'Ex Libris Group, nell'analisi delle necessità dei centri in merito all'applicazione dei dati collegati. Maurizio Lunghi, C. Cirina i E. Bellini (Fondazione Rinascimento digitale) parlano dell'importanza della verifica, l'integrità e le relazioni tra i dati. Concretamente espongono sistemi di certificazioni basati nella tecnologia URN, come identificatori permanenti, per esempio, NBN:IT.

Si presentano esperienze di biblioteche nella conversione delle loro metainformazioni: la Bayerische Staatsbibliothek (da Gabriele Messmer), la Bibliothèque nationale de France (Romain Wenz), la Kungliga biblioteket svedese (Martin Malmsten) e la Biblioteca apostolica vaticana (Paola Manoni).

Infine Federico Morando (Politecnico di Torino) presenta il concetto di "interoperabilità giuridica" ovvero la possibilità legale di mescolare dati provenienti da fonti differenti, e commenta i diversi tipi di licenze che vi si applicano.

Nella sua globalità è una buona approssimazione per comprendere i concetti fondamentali dei dati collegati nell'ambito delle biblioteche, con certa enfasi nell'intercambio dei dati dei cataloghi e la sua conversione in formati che ne permettano l'interoperabilità e l'uso da altri ambiti.