"Patron-driven acquisitions": la biblioteca propone e il lettore decide

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Cristóbal Urbano
Facultat de Biblioteconomia i Documentació
Universitat de Barcelona


Esposito, Joseph J.; Walker, Kizer; Ehling, Terry. PDA and the university press. A report prepared for The Andrew W. Mellon Foundation. [Baltimore, Md]: The Johns Hopkins University Press; [Ithaca, N.Y.]: Cornell University Library, Sept. 26th 2012. 65 p. Documento disponiblie onlinea all'indirizzo: <https://jscholarship.library.jhu.edu/handle/1774.2/36210>. [Consulta: 10 maggio de 2013].

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Il consolidamento del e-book in ambito universitario sta determinando un'evoluzione dei modelli di affari nell'editoria e delle politiche di acquisto delle biblioteche, che sta adesso arrivando al segmento delle monografie accademiche. Si tratta di un tipo di libro in cui tradizionalmente sono molto attive le case editrici universitarie, dipendenti però economicamente dalle acquisti delle biblioteche. Lo dimostrano i dati del rapporto qui recensito: gli acquisti della biblioteca rappresentano il 25% delle vendite delle editoriali universitarie, che le permette una soglia minima di redditività per un genere di libro destinato a un mercato limitato di acquirenti.

Il bisogno di sapere come i nuovi modi d'acquisto delle biblioteche influenzeranno le pubblicazioni delle case editrici - tra cui spiccano le acquisizioni PDA (Patron-Driven Aquisitions) sulla base del reale utilizzo da parte dei lettori - giustifica il rapporto coordinato da Joseph Esposito, consulente specializzato in transizione digitale dell'industria editoriale e importante partner del blog sull'editoria accademica The Scholarly Kitchen. Il testo si struttura su un tecnica di investigazione di tipo futuribile in cui si chiede ai protagonisti di un settore la propria visione su un determinato scenario futuro. Oltre alle interviste personali e ad una variegata documentazione, la ricerca si basó sulle risposte a questionari aperti inviati a una selezione di biblioteche e case editrici universitarie degli Stati Uniti.

Non è un rapporto pieno di cifre e grafici, ed evita il discorso analitico in cui prima di fare raccomandazioni agli editori su come affrontare la sfida (capitolo VIII), spiega il potenziale dirompente delle acquisizioni PDA e perché le biblioteche lo stanno adottando (capitolo III), analizza la situazione di un mercato sottoposto anche ad altri fattori di cambiamento, come la transizione al libro digitale o la silenziosa irruzione di Amazon come fornitore di biblioteche (capitolo IV, V e VI) e intravede il prevedibile miglioramento e consolidamento del sistema PDA (capitolo VII). Una buona sintesi (capitolo I) invita a osservare il rapporto nella sua totalità.

Il saggio accademico: una nicchia editoriale in trasformazione

La monografia scientifica corrisponde ad un tipo di pubblicazione commerciale di qualità e con una certa diffusione che permette di trattare in modo approfondito un argomento spesso molto specifico. Svolge un ruolo importante nel sistema di comunicazione scientifica como uno spazio di consolidamento delle conoscenze, mentre che per certe discipline umanistiche o di scienze sociali è la forma più frecuente di pubblicazione come sistema di valutazione dell'attività di ricerca, cosa non ben coperta dalle riviste scientifiche, che richiedono articoli di estensione limitata.

Studiare la situazione di questo tipo di documento nell'ecosistema della comunicazione scientifica e del mercato editoriale è molto importante per sapere come le biblioteche affronteranno in futuro i cambiamenti nella loro politica di acquisizione. Lo è anche per il settore editoriale, giacché il comportamento delle biblioteche in tempi di budget ridotti, orientamento all'utente e ridistribuzione delle risorse - verso gli e-book in particolare - ha un grande impatto sulla sostenibilità di gran parte del settore, che spesso lavora con margini commerciali ridotti o direttamente senza scopo di lucro. Così molti editori universitari, istituzionali o commerciali, che lavorano in questa nicchia di mercato vivono con incertezza le future politiche di approvvigionamento delle biblioteche nel loro passaggio alle collezioni digitali.

Per finire di disegnare questo panorama instabile del libro accademico, sia dal punto di vista del la sua commercializzazione come oggetto digitale, sia dal punto di vista del valore di registro della produzione scientifica, sono molte le opinioni che parlano di un momento di ridefinizione del modello. Si parla della necessità di pensare testi piú corti che siano meglio utilizzabili e che permettano similitudini tra proposte dello stesso genere più rigorose, con costi di produzione piú sostenibili e che, dove si richieda, stabiliscano collegamenti con materiale complementare o archivi di dati.

PDA: catalogazione "just-in-case" e acquisto "just-in-time"

Sebbene nell'ambito analogico ci siano numerosi precedenti di acquisti di libri nelle biblioteche in risposta ai "desiderata" di utenti autorizzati, o alle richieste di prestito interbibliotecario, la commercializzazione di e-book ha significato una rinascita del modello di acquisizione PDA1 (Patron-Driven acquisitions). Si tratta di un sistema che in pratica permette fornire, attraverso il catalogo della biblioteca, una raccolta di registri bibliografici provenienti da una vasta selezione di libri venduti da un "aggregatore", un distributore o un editore, con il quale la biblioteca firma un accordo di acquisto automatico di libri quando questi superano una soglia di utilizzo. Ovvero, l'utente autorizzato può accedere al testo completo del libro senza spese per la biblioteca (o con un costo ridotto "d'affitto") e il suo acquisto viene attivato al consultare un numero di pagine o al interagire con il libro con una certa intensità per un determinato periodo di tempo.

L'idea è semplice ma molto allettante e scioccante: si offre nel catalogo della biblioteca un volume importante di titoli d'accordo con una selezione dell'offerta presentata dal fornitore, secondo il profilo di un "approval plan"2 e si comprano solo quei libri che effettivamente vengono utilizzati. Si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma sul quale i bibliotecari tematici e molti incaricati degli acquisti hanno espresso il loro timore di perdere l'autorità e il controllo di un'area in cui professionalmente lasciavano la loro traccia, quella della costruzione di una collezione.

Tuttavia, nonostante questa obiezione il modello PDA si sta trasformando in una formula di successo, secondo i dati raccolti nel rapporto: circa 600 biblioteche universitarie di tutto il mondo utilizzano questo sistema, anche se gli autori riconoscono che la maggior parte dei bibliotecari che risposero ai loro questionari proponevano considerare il PDA come un sistema in più tra quelli usati per la crescita della collazione senza scommettere l'intero budget sulla volontà, o sulle scelte del lettore. Certamente in un periodo di difficoltá economiche offrire gratis un catalogo con una scelta di migliaia (o centinaia di migliaia) di libri digitali e di contare con almeno un primo lettore al momento dell'acquisto è molto allettante, soprattutto alla luce di alcuni studi sul prestito che mostrano che un gran numero di libri non esce mai dalle biblioteche3. In ogni caso, il dibattito sulla qualità e l'intensità dell'uso degl'e-book acquistati con questa modalità rimane aperto, visto che non sempre il primo utilizzo è un buon indizio di usi futuri o di coerenza nella costituzione di una collezione.

La risposta editoriale: evoluzione del modello di affari e cambio di scala

Davanti la rapida adozione del sistema PDA, i piccoli editori mostrano la loro preoccupazione per l'impatto sulla loror sostenibilità economica: sia per un possibile calo delle vendite sia per il ritardo nella creazone di introiti che implica la "messa "del libro sullo scaffale della biblioteca a costo zero, e l'attesa che si"venda". Al contrario, il formato ha buona accettazione tra aggregatori e grandi editori, che si sono resi conto che il sitema perderá in efficienza, permettendo in ogni caso basarsi sul bilancio bibliotecario assegnato a questo metodo di approvvigionamento, ma con un migliore ritorno degli investimenti.

In ogni caso, la necessità di adattamento del settore sembra sicuro e non solo per il fenomeno del PDA. Si potrebbe prendere in considerazione una serie di opzioni per la sostenibilità delle case editrici universitarie:

  • • aziende di scala maggiore o sue alleanze,
  • • una varietà di cataloghi editoriali che permetta bilanciare i minori ricavi di alcuni libri con altri di maggior successo come i libri di testo,
  • • una diversificazione dei canali di finanziamento delle pubblicazioni (contemplando modelli di sponsorizzazione e opzioni commerciali "open access"),
  • • un aumento del prezzo di ogni libro venduto, che includa il costo di avere a disposizione nel catalogo in formato PDA migliaia di titoli a disposizione dei lettori,
  • • aumentare le vendite di libri digitali quale migliore opzione per soddisfare la richiesta di prestito interbibliotecario,
  • • uno sviluppo del formato e-book con valore aggiunto, in cui si offra qualcosa di più di un facsimile pdf della versione cartacea,
  • • una integrazione di piattaforme di aggregazione che soddisfino gli interessi editoriali e che permettano migliorare il margine di vendita di fronte al canale di distribuzione dei libri cartacei.

Esempi di questa transizione al digitale sono le politiche di collaborazione tra vari editori con iniziative come project MUSE Books4 o il recente ingresso di JSTOR5 nel mercato del libro digitale. Nella stessa linea di riorientamento del modello editoriale possiamo includere le iniziative che applicano il modello di "open acces"6 alle monografie, già discusso in un precedente post del Blok de BiD7.

In conclusione, Esposito e i suoi collaboratori indicano che il sistema PDA deve essere visto come un ulteriore componente di un lungo ma inevitabile cammino verso la razionalizzazione della catena di distribuzione del libro. La risposta delle case editoriali universitarie passa attraverso il loro adattamento a questo nuovo ambiente, aumentando la collaborazione con le biblioteche considerate il principale canale di distribuzione, qualcosa che, come editori destinati ad una missione, e non di natura economica, possa facilitare il recupero dei costi di una forma sostenibile. Sebbene il modello PDA possa presentare sfide significative a breve termine per gli editori, nel lungo periodo può offrire nuove opportunità se questi sono in grado di avvicinarsi ai sistemi e alle esigenze delle biblioteche.


1. Seguendo gli autori del rapporto ed anche David A. Sword en Patron-driven acquistions: history and best practices (Berlin: De Gruyter Saur, 2011) usiamo il termine patron-driven acquisitions per essere diventato il predominante, rispetto alle altre denominazioni come demand-driven acquisitions, user-driven collection o patron-initiated purchase.

2. Piano di acquisizioni mediante il quale una libreria riceve i libri da un distributore in base al proprio profilo di collezione e al proprio bilancio.

3. I numeri variano notevolmente a seconda dello studio e le caratteristiche della biblioteca. Esposito cita diversi studi classici, che presentano la cifra del 40%. Altri studi sostengono che il consumo di informazioni nelle biblioteche si avvicina al grado di relazione del 80/20 di Trueswell, secondo cui l'80% della richiesta è soddisfatta con il 20% della collezione. Un esempio recente di questo tipo di studio si trova in OhioLINK-OCLC collection and circulation analysis project 2011 (Dublin, Ohio: OCLC, 2011. <http://www.oclc.org/research/publications/library/2011/2011-06r.htm>) che concluse che l'80% della richiesta di prestiti nelle biblioteche consorziate con OhioLINK si coprí con il 6% del catalogo della collezione.

4. Project MUSE (http://muse.jhu.edu/) nacque nel 1995 come web di riviste umanistiche e di scienze sociali di case editrici universitarie. Dal gennaio 2012 offre libri digitali in formato PDF nella stessa piattaforma delle riviste, grazie all'accordo con University Press e-book Consortium (UPEC), che ha permesso aggregare i libri di più di 60 editori universitarii, soprattutto degli Stati Uniti.

5. Dalla fine del 2012 JSTOR (http://books.jstor.org/) ha riunito sul suo sito più di 15.000 libri di grandi editori universitari e istituzioni. L'opzione PDA è disponibile anche tra le modalità di acquisto offerti.

6. Prova di ciò è l'inizio di interessanti studi di fattibilità come il OAPEN-UK di JISC (http://oapen-uk.jiscebooks.org/). Ci sono anche realtà già attive come il Doab-Directory of Open Acces Books (http://www.doabooks.org/) o il liberamento in open acces di determinati contenuti da parte di editori commerciali come De Gruyter (http://www .degruyter.com/dg/page/16/de-gruyter-open-library).

7. Agustí, Lluís (2013). "Monografías electrónicas de calidad: ¿nuevos modelos de negocio para las ediciones académicas?" Blok de BiD. 03/04/2013. <http://www.ub.edu/blokdebid/es/content/monograf%C3%ADas-electr%C3%B3nicas-de-calidad-%C2%BFnuevos-modelos-de-negocio-para-las-ediciones-acad%C3%A9micas>