Ciclo di Caterina d’Alessandria
In questa parte si possono vedere le scene che rappresentano come dopo che l’imperatore ha odinato di bruciare i saggi convertiti al cristianesimo, essi muoiono asfissiati dal fumo. Seguono: il tentato supplizio di Caterina, sulla ruota con chiodi e catene, e si legge “COMO LA MANDÓ ÉL EN EL TOROMENTU DE LAS RUEDAS” (Come egli la mandò nel tormento delle ruote); la decapitazione, e si legge “COMO LA [MA]NDÓ EL REY DESCABEÇAR” (Come il re la mandò a decapitare); la traslazione del suo corpo, ad opera degli angeli, al monte Sinai dove viene sepolta.
Ciclo della vita di Gesù
L’apparizione alla Maddalena e a sua sorella Marta, a cavallo, che come un San Giorgio femminile sta uccidendo il drago davanti alle mura di Nerluco o Tarascona. Sull’orlo superiore si legge: “A IESU XPO. COMO APARECE IESU XPO. A LA MADA LENA [...]” (A Gesù Cristo. Come appare Gesù Cristo alla Maddalena).
Ciclo di Giovanni Battista
Scena del banchetto di Erode: a destra possiamo vedere Salomè, a sinistra una donna musicista. Salomè porta la testa di Giovanni, il testo dice: “COMO LA FIJA LE PEDIÓ LA CABEÇA” (Come la figlia gli chiese la testa).
Particolare di San Cristoforo
Accanto al letto del santo figura la firma dell’opera. Possiamo leggere: “TERESA DIEÇ ME FECIT” (Teresa Díez mi fece).
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Regia Scientifica: Maria Milagros Rivera Garretas
Ringraziamo per l’aiuto il Proyecto de Investigación del Instituto de la Mujer I + D nominato: "Entre la historia social y la historia humana: un recurso informático para redefinir la investigación y la docencia" (I+D+I 73/01), e anche il Institut Català de la Dona de la Generalitat de Catalunya e l'Agrupació de Recerca en Humanitats de la Universitat de Barcelona (22655).
Regia tecnica: Dr. Óscar Adán
Produzione Esecutiva: Dr. Sonia Prieto
Edizione: Marta García
Correzione: Gemma Gabarrò
Traduzione catalana: David Madueño
Traduzione in anglese: Caroline Wilson
Traduzione tedesca: Doris Leibetseder
Traduzione italiana: Clara Jourdan
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Pittrice che svolse la sua attività in area castigliana all’epoca di María de Molina (c.1265-1321). La storiografia dell’arte la colloca nell’ambiente del nucleo artistico che si sviluppa agli inizi del gotico a Salamanca. Frutto dell’attività di questo nucleo artistico sono la cappella di San Martino e alcuni sepolcri della Sede Vieja di Salamanca. Teresa Díez dipinse i murali del coro del Real Monasterio de Santa Clara di Toro, e lasciò la sua impronta pittorica anche nella Collegiata e nella chiesa di San Pietro della medesima città, oltre che nel fregio del tempio di La Hiniestra e nei murali al piede della chiesa di Santa María la Nueva di Zamora, che le sono stati attribuiti.