La differenza di essere donna

Ricerca e insegnamento della storia

Glossario

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A
Alcabala

L’alcabala è un’antica imposta indiretta di origine mussulmana che gravava sulle transazioni commerciali interne di un territorio.

Aldonça de Montsoriu

Editrice di Isabel de Villena.

Allodio

Dominio pieno, assoluto e libero, franco da servigi e gravami.

Almodis de la Marca

Contessa di Barcellona, era figlia dei conti Amelia e Bernardo de la Marca, fu la terza moglie di Ramón Berenguer I, conte di Barcellona (1035-1076), con cui si unì nel 1052. Era già stata sposata con Hugo de Lesinhan e con Pons II, conte di Tolosa. Fu scomunicata dal papa a causa dell’unione con il conte di Barcellona, illegittima in quanto entrambi erano già sposati; perdonata e legalizzato il matrimonio, governò a fianco del conte e collaborò alla redazione degli Usi. Fu assassinata nel 1071 da Pedro de Barcelona, figlio di Ramón Berenguer I ed Elisabet, la prima moglie di Ramón Berenguer. Ebbe figli da tutti e tre i matrimoni, figli che governarono nei rispettivi territori; rispetto al contado di Barcellona, fu madre dei gemelli Ramón Berenguer II e Berenguer Ramón II, conti di Barcellona, e di Sancha de Barcelona, contessa di Cerdaña.

Anna Maria van Schurman

(1607-1678) fu una poetessa e pittrice tedesca. La sua vasta cultura comprendeva il dominio delle lingue antiche. Grande sostenitrice dell’educazione delle donne e della loro istruzione scientifica, restò nubile e dedicò la vita allo studio. Intelettuali come Cartesio le facevano visita e discutevano con lei sulle più diverse questioni.

Anne Lefèvre Dacier

(1654-1720), editrice e traduttrice di molteplici testi classici, fece una versione in prosa di Anacreonte e di Saffo. La sua traduzione dell’Iliade e dell’Odissea diede origine a una controversia su Omero.

Anno di lutto

Ci riferiamo al diritto bassomedievale, che si prolunga in epoche posteriori. Durante il primo anno di vedovanza la donna era nutrita e vestita, con abiti da lutto, a spese dell’eredità del marito ed era costume che conducesse una vita ritirata, e non poteva sposarsi in quel periodo. Bisogna comunque considerare che il diritto di famiglia è molto diverso nei diversi luoghi d’Europa, persino tra spazi prossimi, come la Castiglia o l’isola di Sardegna, per esempio, dove i diritti delle donne erano diversi da quelli presenti in Catalogna.

Cfr. Equip Broida, “La viudez ¿triste o feliz estado? Las últimas voluntades de los barceloneses en torno al 1400”; e Pérez de Tudela, María Isabel, “La condición de la viuda en el medioevo castellano-leonés”, in: Las mujeres en las ciudades medievales, Madrid, Seminario de estudios de la mujer, Universidad Autónoma de Madrid, 1984, pp. 27-41 e pp. 87-101, rispettivamente.

Aphra Behn

(1640-1689), autrice di opere di teatro e narratrice, è considerata la prima donna in Inghilterra che visse della sua attività letteraria.

Apocalisse

Il Libro dell’Apocalisse è l’ultimo dei libri canonici del Nuovo Testamento. La tradizione cristiana lo attribuisce all’apostolo Giovanni, autore del quarto Vangelo, attribuzione che è stata ed è discussa. Il libro è datato verso il 94-96, e si dice che fu scritto nell’isola di Patmos (mare Egeo). È diretto alle sette Chiese dell’Asia, allora vittime della persecuzione di Domiziano. Il testo intende infondere coraggio in un momento tanto difficile. Contiene la rivelazione di Cristo a Giovanni, tradotta in sette lettere, una per ciascuna comunità, e divisa in tre parti principali. La prima si occupa della situazione della Chiesa in Asia; la seconda del piano divino di benessere per la Chiesa fino alla sua glorificazione finale; e la terza del futuro della Chiesa. La profezia sulla Chiesa è la promessa che nonostante tutte le sofferenze ci sarà un mondo nuovo in cui ogni male, compresa la morte fisica, scomparirà per sempre. Tra le caratteristiche del testo risaltano: l’uso di termini enigmatici e misteriosi, con immagini fantastiche e strane, e con una grande presenza di simboli il cui significato è spesso difficile per una lettrice o un lettore del nostro tempo. Fu scritto in greco, ma con parecchie parole semitiche.

Aprisio

Occupazione di una terra incolta, senza titolare, con l’intenzione di dissodarla e coltivarla. In base alla legge vigente, coloro che l’avevano occupata ne diventavano proprietari e propietarie dopo averla lavorata per più di 30.

Atena

Dea greca della sapienza, equivalente alla Minerva romana.

Autorità

Parola che viene dal latino augere, che significa “crescere, accrescere”. Lia Cigarini, della Libreria delle donne di Milano, dice che è un di più, una qualità simbolica delle relazioni, ovvero una qualità di senso che deriva dalle relazioni non strumentali o relazioni che non hanno fine.

B
Bathsua Makin

Educatrice britannica del XVII secolo incaricata dell’educazione dei figli di Carlo I, fu una grande sostenitrice dell’educazione delle donne inglesi, per cui fondò una scuola a Tottenham High Cross. Scrisse Saggio a favore della rinascita dell’antica educazione delle donne (1673), e poesie in diverse lingue.

Beato de Girona

È un manoscritto miniato. Miniare vuol dire illustrare o decorare un manoscritto. Originariamente miniare o miniato e miniatura si riferivano alla pittura fatta con minium, nome del colore rosso in latino. Alcuni manoscritti medievali erano veri e propri oggetti artistici di lusso e avevano un gran numero di miniature a tutta pagina o con iniziali di grandi o medie dimensioni decorate, fatte da miniaturiste/i di grande qualità.

Beatriz de Bovadilla

Beatriz de Bovadilla, era stata damigella della regina Isabella I di Castiglia, quando Isabella era principessa.

Bernat

Figlio di Borrell, conte di Barcellona.

Bonadona

Figlia di Borrell, conte di Barcellona.

Buon governo

La donna doveva governare bene la casa; secondo Eiximenis il buon governo comprendeva tre aspetti: aggiustare, ritenere e amministrare. Il moralista di Girona constatava che le donne borghesi del suo tempo non potevano contribuire molto al primo compito, aggiustare, ossia portare denaro a casa. Di modo che il lavoro remunerato non era la missione principale della donna: nonostante egli riconoscesse che le donne apportavano alcuni guadagni all’economia familiare, quello che dovevano fare era incoraggiare il marito a lavorare e a ottenere legalmente guadagni - evidentemente non si riferisce a una donna vedova. Considerava più importanti i compiti del ritenere, ossia spendere con moderazione per risparmiare, e amministrare con saggezza l’economia domestica. Riconosce che questa amministrazione era complessa, poteva occupare a tal punto che le donne non potevano svolgere nessun altro lavoro (Francesc Eiximenis, Lo libre de les dones, Universidad de Barcelona, Curial, 1981, vol. 1, cap. 91).

Una fonte interessante sul lavoro domestico medievale: Le Ménagier de Paris. Traité de morale et d’économie domestique, Paris, 1846. Sull’economia domestica, vedere: Teresa Vinyoles, “El pressupost familiar d’una mestressa de casa per l’any 1401”, in La societat de Barcelona a la Baixa Edat Mitjana. Barcellona, Facultad de Geografía e Historia, 1983 pp. 101-112.

C
Canonichessa

Donna dedita alla spiritualità tra un monastero e il mondo laico. Faceva voto di castità e di obbedienza ma non di povertà, cosa che le permetteva di disporre liberamente della propria ricchezza, se l’aveva. Erano spesso donne colte e si dedicavano all’insegnamento. Le prime notizie di beghine appaiono legate ad alcune istituzioni di canonichesse della fine del secolo XII.

Capitolati matrimoniali

Contratto matrimoniale, comune in Catalogna durante l’Età Moderna, in base al quale si stabiliscono patti economici da parte delle famiglie dei contraenti, importanti rispetto al patrimonio, la successione o la vedovanza.

Carlo Magno

Imperatore di Roma e re di Francia.

Christine Delphy

Christine Delphy è una delle più note pensatrici femministe del cosiddetto femminismo materialista, poiché applica le teorie marxiste alla situazione di oppressione delle donne in quello che chiama “modo di produzione domestico”, che coesiste con altri modi di produzione, come quello capitalista. È autrice di Por un feminismo materialista. El enemigo principal y otros textos (Barcellona, La Sal, 1982).

Christine de Pizan

Christine de Pizan (1364-1430) nel 1405 scrive Il libro della Città delle Dame, in cui sostiene l’esistenza di una genealogia femminile e propone un ginecotopia, uno spazio separato per le donne, frutto della conversazione con tre dame allegoriche: Ragione, Rettitudine e Giustizia.

Al momento di erigere una città per le donne, Christine riceve queste istruzioni:

“...che tu faccia solide fondamenta, innalzi tutto attorno grandi mura alte e spesse con le loro alte torri larghe e grandi, i bastioni con i loro fossati, i terrapieni artificiali e naturali, così come si conviene a una piazza ben difesa”.

(Christine de Pizan, La Città delle Dame, introduzione, traduzione e note di Patrizia Caraffi, edizione originale a fronte di Earl Jeffrey Richards, Milano, Luni Editrice, 1997; ristampa, Roma, Carocci, 2004.)

Circolo ermeneutico sessuato

Diana Sartori (in “Perché Teresa”, in Diotima, Mettere al mondo il mondo, Milano, La Tartaruga, 1990) definisce “circolo ermeneutico sessuato” quella relazione di senso che si istaura tra una donna lettrice e che interroga e l’opera, la parola e la stessa vita di un’altra donna.

Clarice Lispector

Ucrania 1920-Rio de Janeiro 1977. Scrisse in lingua brasiliana i rimanzi mistici più importanti del XX secolo, come La mela nel buio (1961), La passione secondo GH (1964) e L’ora della stella (1977).

Codicillo

Documento o clausola aggiuntiva che modifica, chiarisce o sostituisce ciò che una testatrice o un testatore aveva disposto.

Con la legge in mano

Eo quod lex gotica [ley goda] non iubet per pugnam discutiantur negotia, diceva Ermesenda. Poco dopo saranno il duello giudiziale, tra i nobili, o la prova dell’acqua calda, applicata ai contadini e contadine, le forme più abituali di provare la ragione. Fonte: Cartoral dit de Carlemany del bisbe de Girona. Barcellona, Fundació Noguera, doc. 77, año 1018.

Constituciones de Cataluña

(Constitucions i altres drets de Catalunya). Raccolta del diritto catalano, vigente in Catalogna fino al Decreto di Nueva Planta (1716) ad eccezione del diritto di famiglia che restò in vigore anche dopo. Comprende gli Usajes di Barcellona e le leggi approvate dalle Cortes catalane fino al menzionato decreto.

Contratto sessuale

Patto non pacifico tra uomini eterosessuali per distribuirsi tra loro l’accesso al corpo femminile fecondo.

D
Decamerone

Raccolta di cento racconti scelti e narrati in dieci giorni da sette ragazze e tre ragazzi, scritti da Giovanni Boccaccio tra il 1349 e il 1353, capolavoro della prosa in lingua italiana. Furono portati sullo schermo nel XX secolo da Pier Paolo Pasolini

De ornatu

Trattato medievale sull’ornamento.

Dhuoda

Dhuoda fu una colta nobile franca di lingua materna germanica, nata verso l’803. Il 29 giugno 824 si sposò nella cappella palatina di Aquisgrana con Bernardo di Settimania, figlio di un cugino di Carlo Magno, diventando marchesa di Settimania e contessa di Barcellona, Girona, Ampurias e Rossiglione. Visse a Uzès, dove nacque il “desideratissimo” figlio Guglielmo, il 29 novembre 826; quasi quindici anni più tardi, il 22 marzo 841, nacque il figlio Bernardo. Poco dopo, il marito si portò via i due bambini, per usarli come ostaggi dei suoi interessi di potere. Per alleviare il dolore e contribuire a far sì che pensassero a lei e si educassero secondo il suo desiderio, Dhuoda scrisse per loro, in latino, un Libro manuale - ossia un libro da portare e tenere a portata di mano. Lo cominciò il 30 novembre 841 e lo terminò il 2 febbraio 843, senza sapere ancora che nome avevano dato al figlio piccolo.

Differenza sessuale

Nella ricerca storica, la differenza di essere donna è una chiave che permette di scoprire nel passato la presenza femminile, troppo spesso nascosta dall’uso del linguaggio neutro che si pretende universale. La creatrice della teoria della differenza femminile è Luce Irigaray (Speculum. L’altro che è donna, Parigi, 1974), anche se la pratica politica e il pensiero della differenza sessuale hanno avuto un forte sviluppo in Italia; la Libreria delle donne di Milano e la comunità filosofica Diotima dell’Università di Verona hanno trasformato in maniera importante il più recente femminismo presente nello stato spagnolo.

Diritto pubblico

È quello che regola le istanze del potere, le attribuzioni e il ruolo delle diverse istituzioni dello stato. In Spagna comprende anche il diritto commerciale, cioè le transazioni commerciali, i contratti ecc.

Donne tessitrici

Durante la prima metà del XV secolo troviamo donne davanti al telaio che tessono ogni tipo di fibra tessile. Poi la corporazione dei tessitori di lana irrigidisce la sua posizione rispetto al lavoro femminile, di modo che la donna si vede allontanata dal telaio di lana, è persino vietato alle vedove dei tessitori di continuare il mestiere del marito. In una ordinanza municipale di Barcellona la proibizione è ben chiara: Per evitare disonestà e infamie di qualsiasi donna vedova che sia stata moglie di tessitore, o di altra persona, mentre è vedova non possa né osi tenere opificio di tale mestiere di tessitore, se non ha un figlio maschio di 12 anni o più che voglia essere tessitore (AHCB, Registro de Ordenaciones, 3, fol. 36v., anno 1400). Così in due secoli si era passati dal parlare con gioia ed euforia del fatto che c’erano maestre tessitrici che insegnavano il mestiere, al togliere dal telaio le vedove dei mastri artigiani, che evidentemente quando il marito era in vita lavoravano nell’opificio ed erano capaci di continuare il lavoro. La proibizione diventava effettiva: i maestri della corporazione dei tessitori di lana si presentavano in casa di un confratello defunto il giorno dopo il funerale, staccavano il telaio dal muro e si portavano via i ferri del mestiere affinché la vedova non potesse continuare a tessere; e questo nonostante il fatto che le ordinanze municipali avessero ammorbidito la proibizione, permettendo alle vedove di continuare l’attività per tre anni (cfr. Bonnassie, p. 29, anno 1486).

E
Elisabeth Elstob

pubblicò una grammatica anglosassone e varie traduzioni erudite.

Emma di Barcellona

Prima badessa del monastero di San Juan, figlia dei conti di Barcellona Guinedilda e Wifredo I el Velloso, fu offerta dai genitori al monastero fondato per lei quando era ancora una bambina. Fu badessa dall’897 al 942, diede impulso al popolamento e al dissodamento di terre e fondò parrocchie negli ampi domini del monastero.

En

O Ende. Pittrice delle miniature del Beato de Girona. Non abbiamo molti dati di questa pittrice. La storiografia dice che può trattarsi di una religiosa di uno dei monasteri doppi che abbondavano nei regni occidentali durante l’Alto Medioevo. Nella storiografia dell’arte ci sono ancora discrepanze quando si tratta di chiamare la miniaturista di questo codice En o Ende. Per Jaume Marqués la illustratrice si chiamerebbe En, perché è più corretta la forma verbale depintrix che pintrix, e propende per questo nome anche Anscari Manuel Mundó, che dice che è un nome femminile che si incontra nell’area tra Asturie, Galizia e León nell’alto medioevo. Vedere: J. Marqués Casanovas, ed. facsimile del manoscritto pubblicata a Madrid nel 1975, p. 216, e A.M. Mundó, Sobre los códices de Beato, a Actas del Simposio para el estudio de los códices del “Comentario al Apocalipsis” de Beato de Liébana, Madrid, 1976, vol. I (1978), p. 115.

Enrique de Villena

Padre di Isabel de Villena.

Erede universale

Sarà la donna o l’istituzione che riceverà tutti i beni, i diritti e le obbligazioni di una testatrice o di un testatore.

Ermengol

Figlio di Borrell, conte di Barcellona.

Ermesenda de Carcasona

Contessa di Barcellona, figlia di Adelaida e Roger, conti di Carcassonne, si sposò verso il 993 con il conte di Barcellona Ramón Borrell (992-1017). Partecipò attivamente agli affari di governo accanto al marito o, in sua assenza, in suo nome. Una volta vedova, governò come reggente del figlio Berenguer Ramón I, conte di Barcellona (1017-1023), e quando questi morì, del nipote Ramón Berenguer I (1035-1041); tra i suoi consiglieri figurano personaggi di grande prestigio come l’abate Oliba, abate di Ripoll e di Cuixà e vescovo di Vic. Morì nel 1058, doveva avere circa ottant’anni, volle essere sepolta nella cattedrale di Girona che lei aveva fatto edificare.

Esiodo

Poeta greco del VIII sec. a. C.

Espansione cristiana

Alcune storiche e storici danno questo nome al processo di nuova colonizzazione e/o organizzazione politico-amministrativa cristiana dei territori del Al-Andalus che uomini e donne stavano occupando e venivano incorporati nei regni di Castiglia e di Aragona.

Espulsione del popolo ebraico

Durante il regno dei Re Cattolici, Isabella I di Castiglia e Fernando II d’Aragona, inizia il lungo esodo obbligato degli uomini, delle donne, dei bambini e delle bambine di religione ebraica ma nativi dei diversi regni in cui era divisa la Penisola iberica. I re firmarono il decreto di espulsione che doveva essere eseguito nel corso del 1492.

Estefania de Requesens

Estefania de Requesens i Roís de Liori (1506? - Barcelona 1549). Baronessa di Castellvell e di Molins de Rei. Figlia del governatore di Catalogna Lluís de Requesens i Joan de Soler, conte di Palamós, e della sua seconda moglie Hipòlita Roís de Liori, apparteneva a una delle più influenti famiglie catalane dell’epoca. Fece parte della cerchia dei seguaci di Ignazio di Loyola nel periodo in cui egli visse a Barcellona (1524-1526). Sposata nel 1526 con Juan de Zúñiga y Avellaneda (1488-1546), figlio del conte di Miranda, quando il marito fu nominato precettore del principe di Girona Filippo (il futuro Filippo II) si trasferì presso la corte (1534) finché, vedova (1546), ritornò a Barcellona. Scrisse in spagnolo al figlio Lluís (Luigi, futuro governatore di Milano e dei Paesi Bassi) alcune raccomandazioni morali (pubblicate nel 1904-5). Alla coppia, intiamente legata ai gesuiti, fu dedicata nel 1536 la versione spagnola di un libro di Erasmo: Libro del aparejo... para bien morir. Con sua madre fece causa per il contado di Palamós contro la cugina Isabel de Requesens i Enríquez e vinse, ma più tardi glielo cedette. Estefania, il marito e alcuni loro figli sono sepolti nella cripta della cappella del Palau Reial Menor di Barcellona.

Esteve Rollà

Autore di una versione latino-catalana della Crònica de Sant Pere.

Eterosessualità obbligatoria

Abitudine, da parte di una donna, di andare a letto con uomini non per amore ma per forza. Su questo Adrienne Rich scrisse nel 1980 un testo politico molto importante: Eterosessualità obbligatoria ed esistenza lesbica.

F
Favorita

Donna di fiducia di una regina o di un re, che interveniva e interviene nel governo mediante la relazione politica di autorità che la regina o il re le riconosce, oltre - non contro - le istituzioni del potere. Viene chiamata anche “privata”.

Fedecommesso

Sistema di trasmissione patrimoniale in base al quale uno solo dei discendenti (generalmente maschio) riceve la maggior parte dell’asse ereditario, in linea di principio con l’obiettivo di mantenere integra l’impresa e impedirne la disintegrazione attraverso successive divisioni. Benché esistesse già nel diritto romano, si sviluppò in seno alla società feudale in concomitanza con il consolidarsi della nobiltà feudale. In Catalogna si lega alla successione delle casate.

Feudo

Bene concesso da un signore o da una signora a un’altra persona in cambio di servigi non degradanti.

Filippo il Bello

Filippo il Bello (1478-1506), re dei Paesi Bassi (1482-1506) e re di Castiglia (1504-1506) per il suo matrimonio con Giovanna I di Castiglia. Figlio di Maria di Borgogna e di Massimiliano I, imperatore di Germania.

Florence Nightingale

(1820-1910). Infermiera, fu la fondatrice dela moderna infermieristica inglese.

G
Genealogia femminile

Concetto che serve a segnare, socialmente e simbolicamente, il genere femminile. Pensare la realtà con fedeltà al nostro sesso è trovare il legame tra donne (il tra-donne), la chiave o la mediazione per leggere la nostra realtà e la nostra esperienza, che apre al fare simbolico. L’instaurarsi di genealogie femminili, annullate nella società patriarcale, si presenta come una necessità di ordine simbolico e sociale.

Ginocidio

Termine coniato da Mary Daly per riferirsi all’assassinio premeditato di donne.

Giovanna I di Castiglia

Giovanna I di Castiglia (1479-1555), regina di Castiglia, figlia di Isabella I di Castiglia e di Fernando d’Aragona. Alla morte dei fratelli Giovanni (1497) e Isabella (1498) e del figlio di questa, Miguel (1500), diventò l’erede di Castiglia e d’Aragona. Con il patto di Salamanca (1505) fu stabilito che Giovanna governasse congiuntamente con il marito Filippo il Bello e con il padre Fernando il Cattolico. Con il patto di Villafáfila (Zamora,1506) Fernando si ritirò nel regno d’Aragona, Filippo fu proclamato re di Castiglia e a Giovanna fu tolta la capacità di regnare. Alla morte di Fernando (1516), Carlo, figlio di Giovanna, prese il titolo di re. Legalmente però nei documenti doveva figurare prima il nome della regina e poi quello di Carlo. Morì a Tordesillas, dove viveva dal 1509.

Guarigioni

Nei documenti notarili redatti in un primo tentativo di canonizzazione delle due donne nella prima metà del XVII secolo, si cita il loro potere curativo e taumaturgiuco quando sono oggetto di devozione e preghiera da parte dei fedeli (guarigione dalla cecità del figlio di Elisabeth Pujol, dopo che lei era stata informata dalla serva del monastero, Eulalia, del “potere” delle “sante”) o della stessa comunità (intercessione presso le sante quando la peste attaccò Barcellona, con la promessa di far bruciare per sempre una “lampada in onore delle due sante”). Si conoscono anche i poteri di guarigione di Santa Chiara d’Assisi, soprattutto nelle affezioni di gola e orecchie.

Guillaume de Lorris

Coautore del Libro de la Rosa.

Guinedilda

Non conosciamo le origini di Guinedilda, fondatrice di Cervera de Segarra. È una donna anonima, madre, che agisce chiaramente come capo del gruppo di coloni in cui troviamo donne e uomini, è lei la prima destinataria del documento. Non è un caso eccezionale: per esempio tra i colonizzatori di Vallformosa (Rajadell, el Bages), dove appaiono quarantaquattro capifamiglia, la prima persona menzionata e insieme la prima a firmare è Tudila, colona, donna, con i suoi eredi. Diplomatari de la Ciutat de Manresa (segles IX-X). Barcellona, Fundació Noguera, 1991, doc. 124 (anno 977).

H
Hernando del Pulgar

Hernando del Pulgar (circa 1436-1493) è un cronista e storico castigliano. Scrisse una Crónica del regno dei Re Cattolici, che arriva fino al 1490. La sua opera non ha ancora una prospettiva umanistica, ma si inquadra nella tradizione storiografica medievale.

Hernando de Talavera

Hernando o Fernando de Talavera (1428-1507), musicista che appartenne all’ordine di S. Gerolamo. Fu confessore della regina Isabella I di Castiglia, vescovo di Ávila e primo arcivescovo di Granada. Dopo la conquista della città, fece parte del governo dove sostenne la tolleranza con i e le mussulmane dell’ex regno di Granada; nel 1499 fu allontanato dal governo. La regina Isabella gli commissionò una messa per commemorare la conquista della città: Talavera scrisse le parole e la musica dell’ufficio che intitolò In festo deditionis nominatissime urbis Granate (cfr. F.-J. Martínez Medina, P. Ramos López, M.-E. Varela-Rodríguez, Oficio de la Toma de Granada, Granada, 2003). Tra i conti del tesoriere della regina Isabella I, Gonzalo de Baeza, ci sono alcune partite di denaro, spese per dipinti ecc., consegnate a Hernando de Talavera per diverse chiese di Granada, come quella di Sant’Elena (cfr. J. Yarza Luaces, Paisaje artístico de una monarquía, Madrid, 1993, p. 26; A. De La Torre, E. A. De La Torre, eds., Cuentas de Gonzalo de Baeza tesorero de Isabel la Católica, Madrid, 1955-1956).

Herralda di Hohenburg

Herralda di Hohenburg (1125-1195), monaca e badessa, concepì l’opera Hortus deliciarum - Il giardino delle delizie - per la formazione delle donne che erano sue compagne di comunità. Il manoscritto, illustrato da belle miniature, fu distrutto da un incendio nel 1870, ma poté essere parzialmente ricostruito.

Hipòlita Roís de Liori

Hipòlita Rois de Liori (Valencia 1479- Madrid 1546), discendente di un lignaggio d’Aragona stabilitosi a Valencia a causa della conquista araba. Figlia di Beatriu de Moncada i Vilaragut e di Joan Roís de Liori. Orfana di padre dall’età di due anni. Nel 1501, a 22 anni, contrasse matrimonio con Lluís de Requesens i Joan de Soler, che ne aveva più di sessanta. Ebbe due figli, Gaspar, che morì da piccolo, e Estefania. Lluís de Requesens, sposato in prime nozze con Elfa de Cardona-Anglesola i de Centelles, era consigliere e camerlengo del re, governatore generale di Catalogna e conte di Palamós. Hipòlita divenne usufruttuaria dei beni del marito, che aveva lasciato come erede universale Estefania, e fino alla sua morte si dedicò alla gestione del considerevole patrimonio familiare, di cui già si era occupata quando il marito era vivo. Ebbe una lite per la Baronia di Riba-Roja, dal 1534 al 1538, con le monache del convento di Santa Caterina da Siena e con alcuni parenti di sua nipote, Beatriu Margarit i de Requesens, che quando si fece monaca avrebbe dovuto rinunciare alla baronia, di eredità materna, a favore di Hipòlita.

I
Il diritto dato alla moglie

Si riferisce al codice di Chindasvinto del 645; la cosiddetta legge visigota stabiliva che la decima parte dei beni del marito erano della moglie; il costume comportava che la vedova fosse usufruttuaria dei beni del defunto marito sempre che non si risposasse. Questo diritto si perderà a partire dal XIII secolo con l’irruzione del diritto romano.

Illuminati

Movimento religioso di tipo quietista e antimonacale sviluppatosi dal XVI agli inizi del XVII secolo, con importanti guide femminili, come Isabel de la Cruz o María de Cazalla.

Il personale è politico

Questa frase è una delle più famose o importanti invenzioni simboliche o scoperte di senso del movimento politico delle donne degli anni Settanta del XX secolo.

Infante Carlo

Carlo, figlio di Giovanna e di Filippo, arciduca d’Austria e duca di Borgogna, futuro Carlo I di Spagna e V di Germania.

Isabel de Baviera

Regina di Francia, sposa di Carlo VI.

Isabel de Villena

Isabel de Villena (1430-1490) era figlia di una relazione extraconiugale del padre Enrique de Villena e di madre sconosciuta, fu educata alla corte catalano-aragonese di María de Luna e a 15 anni entrò nel Real Monasterio de la Santísima Trinidad di Valencia, dell’ordine francescano. A 33 anni fu eletta badessa della comunità. Scrisse una Vita Christi che nel 1497, sette anni dopo la sua morte, la sua compagna Aldonça de Montsoriu diede alle stampe dedicandola alla regina Isabella la Cattolica.

Isabella I di Castiglia

Isabella I di Castiglia (22 aprile 1451-26 novembre 1504) è figlia del re di Castiglia Giovanni II (1406-1454) e di Isabella del Portogallo (m. 1496), regina di Castiglia (1447-54), seconda moglie di Giovanni II, madre di Isabella I di Castiglia e dell’infante Alfonso. La sua nascita è raccontata nei dettagli da una Cronistoria: “Nacque la santa regina cattolica donna Isabella a Madrigal, giovedì XXII aprile, IIII ore e due terzi dopo il mezzogiorno, anno Domini 1451 (Cronicón de Valladolid. Diario del Doctor Toledo, CODOIN [Colección de documentos inéditos de la historia de España], XIII, p. 20). Isabella nacque a Madrigal de las Altas Torres (Ávila) dove, nel 1447, si erano sposati i suoi genitori Giovanni II di Castiglia e Isabella del Portogallo. Nel 1468 suo fratello Enrico IV la riconobbe erede di Castiglia; un anno dopo (1469) si sposò in segreto, a Valladolid, con Fernando d’Aragona (1452-1516, figlio di Giovanna Enríquez e di Giovanni II d’Aragona) - futuro Fernando II (1479-1516), V di Castiglia (1474-1504) - rifiutando i candidati che suo fratello voleva imporle di sposare, Carlo di Valois o Alfonso V del Portogallo. L’unione con Fernando favorì gli interessi della corona aragonese, da una parte, ma dall’altra obbediva anche al fatto che Isabella lo considerava il miglior appoggio per l’ascesa al trono e per rafforzare la propria autorità. Sempre a Madrigal Isabella riceve il favoloso dono di fidanzamento di Fernando d’Aragona, una grande collana d’oro, rubini e perle ovali, che era stata della regina d’Aragona Giovanna Enríquez. (È innegabile la bellezza e l’importanza di questo gioiello, simile forse a quello che appare nella tavola del Maestro de Manzanillo, che raccoglie l’immagine dei re, Isabella e Fernando, poco dopo le nozze.) Per un matrimonio tanto importante come quello di Isabella di Castiglia e Fernando d’Aragona dovevano essere specificati in modo chiaro i diritti di entrambi, e così fecero nei capitolati o contratto matrimoniale che stipulano prima del matrimonio e ratificano più tardi nel patto di Segovia del 1475. Ma la vita di Isabella era già cambiata e continuava a cambiare profondamente. Così, nel 1474, alla morte di Enrico IV, Isabella si proclama regina di Castiglia. Anche se non tutti i gruppi sociali sostengono la nuova regina: una parte della nobiltà, con l’appoggio del Portogallo, riconosce come erede al trono Giovanna la Beltraneja (1462-1530, figlia di Giovanna del Portogallo e di Enrico IV di Castiglia, ma alcuni la consideravano figlia di Beltrán de la Cueva), e questo provocò la guerra civile in Castiglia. La vittoria di Toro (1476) prima, e le Cortes di Madrigal (1476) dopo, riconobbero Isabella regina. Da allora Isabella e Fernando si sforzarono di sottomettere i focolai di ribellione che in pratica si estinsero solo con la sconfitta dei portoghesi ad Albuera (1479). Tra gli avvenimenti che segnarono profondamente la sua vita ci furono senza dubbio le nascite della figlia Isabella (1470-1498) - che si sposò con l’infante Alfonso del Portogallo, rimase vedova e si dedicò alla vita spirituale come beghina, finché si risposò con il re Manuel del Portogallo -, del figlio, l’infante, Giovanni (1478-1497) e delle figlie Giovanna (1479-1555), Maria (1482-1517?) - che si sposò con il cognato Manuel del Portogallo -, e Caterina (1485-1536) - che si sposò con i principi di Galles Enrico, Arturo ed Edoardo.

Isotta Nogarola

Isotta Nogarola (1417-1466). Umanista italiana, si dice sia stata una delle donne più famose ed erudite della sua epoca. Giovanissima, imparò latino e greco. La sua carriera segue lo stesso percorso che si ripeterà in molte donne di questa e di epoche successive. Nata in un ambiente intellettualmente stimolante e appoggiata nell’infanzia dalla famiglia che le offrì buoni maestri, trovò resistenza quando volle continuare il suo lavoro intellettuale da adulta.

J
Jean de Meun

Coautore del Libro de la Rosa.

Jeroni Pujades

Possessore di una Crònica de Sant Pere de les Puel·les.

Joan Francesc

Possessore di una Crònica de Sant Pere de les Puel·les.

Juana de Mendoza

Juana de Mendoza (m. 1493) fu amica, consigliera e dama di servizio di Isabella la Cattolica e della principessa Isabella del Portogallo, così come precettora dei nobili educati alla corte di Castiglia.

L
Laura Ceretta

Laura Ceretta (1469-1499). Umanista italiana, figlia di una famiglia aristocratica del nord Italia. Come nel caso di Isotta Nogarola, anche il suo apprendistato fu appoggiato, in particolare da suo padre, durante l’infanzia, quando imparò latino e greco, ma diventando adulta incontrò l’ostilità sociale. Si sposò e in 18 mesi restò vedova, dopo di che entrò nel mondo dell’umanesimo. Nel 1448 pubblicò un volume di lettere.

Le mani ordinatrici

Queste parole sono state ispirate da un canto di nozze del IX secolo dedicato a Leodegundia, figlia di Ordoño I re di León, che si sposò con un re di Pamplona. È una magnifica lode alla sposa: le sue virtù, la sua parola, la sua erudizione, il suo viso e le sue mani ordinatrici: Ornata moribus, eloquiis claram, eruditam litteris sacrisque mistertiis, conlaudetur cantus suavi imniferis vocibus. Dum facies ejus rutilat decore moderata.... ornat domum, ac disponi mirabile ordine.

Canto scritto verso il 869, conservato nel Códice de Roda, pubblicato da Armando Cotarelo. Historia crítica y documentada de la vida y acciones de Alfonso III el Magno. Madrid, Victoriano Suárez, 1933, p. 641.

Leonor López de Córdoba

Favorita della regina reggente di Castiglia tra il 1404 e il 1412. Le sue Memorie costituiscono la prima autobiografia conosciuta in lingua spagnola.

Le Preziose

Le Preziose è il nome con cui erano conosciute le donne letterate del secolo XVII che diedero origine al salotto: uno spazio materiale in cui le donne colte si riunivano con altre donne e uomini per conversare liberamente. Sono luoghi, dunque, in cui si produce uno scambio politico tra i sessi.

Si usa collocare l’origine del salotto nella “chambre bleu” creata da Madame de Rambouillet. In quanto spazio specifico, il salotto continuerà ad esistere durante l’Illuminismo e arriverà fino alla Rivoluzione Francese: Madame de Rolan sarà l’ultima a tenerne uno.

Libertà femminile

Scoperta di Lia Cigarini, accaduta negli anni Settanta del XX secolo, che consiste nel prendere coscienza del fatto che la libertà non è neutra bensì sessuata. Il che vuol dire che c’è nella storia una forma di libertà delle donne che è la libertà relazionale, quella che tiene conto dell’altro, invece di essere guidata dall’individualismo, come è proprio della libertà storicamente maschile. Per saperne di più: Lia Cigarini, Libertà femminile e norma, nel suo La politica del desiderio, Milano, Pratiche, 1995.

Lluís de Requesens i Joan de Soler

Lluís de Requesens i Joan de Soler (? ~1435-1509), marito di Hipòlita Roís de Liori i de Montcada (1501) da cui ebbe una figlia, Estefania, che ereditò i suoi possedimenti. Era stato sposato con Elfa de Cardona Anglesola i de Centelles (1456). Aveva ereditato la baronia di Molins de Rei e nel 1505, per la morte del fratello Galceran, divenne secondo conte di Palamós. Fu governatore generale di Catalogna dal 1472 fino alla morte.

Lluís de Requesens i Zúñiga

Lluís de Requesens i Zúñiga (Barcellona 1528-Bruxelles 1576), alto funzionario reale. Secondo figlio di Estefania de Requesens i Roís de Liori e di Juan de Zúñiga y Avellaneda, gran commendatore di Castiglia dell’Ordine di Santiago. Per motivi di eredità antepose il cognome della madre a quello del padre. Nel 1552 si sposò con Jerónima Gralla Hostalric, figlia del contabile maggiore della corte d’Aragona Francesc Gralla i Desplà i de Guiomar d’Hostalric. Fu gran commendatore di Castiglia, governatore di Milano e dei Paesi bassi, barone di Molins de Rei, di Castellvell e signore di Martorell.

Lucía de la Marca

Contessa di Pallars Sobirà, figlia dei conti Amelia e Bernardo de la Marca, sorella di Almodis, contessa di Barcellona, fu promessa al conte Guillermo II de Besalú ma non si sposò con lui. Si sposò con il conte Artau I de Pallars Sobirà (1049-1081). Lucía intervenne negli affari di governo a fianco del marito e del figlio Artau II, e diventò tutrice dei figli del conte Ermengol IV di Urgell. Morì probabilmente verso il 1090. Suo figlio Ot, vescovo di Urgell, fu riconosciuto santo e lei viene lodata nella sua agiografia.

Il documento delle nozze tra Lucia e Artau è sorprendente: “Che Artau, conte, tenga Lucia finché viva come l’uomo deve tenere la donna che ha preso legalmente. Che non la abbandoni finché ella viva, sotto nessun pretesto, salvo che se lei fosse lebbrosa. Che non la molesti né la calunni al punto che lei debba lasciarlo” (Liber Feodrum Maior, doc. 37, anno 1058).

Luisa Muraro

Luisa Muraro (Montecchio Maggiore, Vicenza, 1940). Filosofa e ricercatrice dell’Università di Verona, ha dato vita, con altre, alla Libreria delle donne di Milano e a Diotima, una comunità di filosofe autrice di varie opere collettive tra cui Il pensiero della differenza sessuale (1987) e Mettere al mondo il mondo (1990). Ha pubblicato: La Signora del gioco. Episodi della caccia alle streghe (1976); Maglia o uncinetto. Racconto linguistico-politico sulla inimicizia tra metafora e metonimia (1981); Guglielma e Maifreda. Storia di un’eresia femminista (1985); L’ordine simbolico della madre (1991); Lingua materna scienza divina. Scritti sulla filosofia mistica di Margherita Porete (1995); La folla nel cuore (2000); Le amiche di Dio. Scritti di mistica femminile (2001); Il Dio delle donne (2003).

Luisa Sigea de Velasco

Scrittrice spagnola che ricevette lo pseudonimo di “La Toledana”. Nacque a Tarancón intorno al 1530 e morì intorno al 1560. Appartenne alla cerchia delle donne umaniste protette da Isabella la Cattolica. Era una donna erudita, che conosceva il latino, il greco, l’ebraico e il caldeo, oltre che la filosofia, la poesia e la storia. Scrisse poesie e dialoghi ed era conosciuta dentro e fuori la penisola iberica.

M
Madeleine de Scudéry

Madeleine de Scudéry (1607-1701), nota con lo pseudonimo di Saffo, fu romanziera appartenente al movimento delle Preziose e diede vita al salotto denominato “La società del sabato”. I suoi romanzi furono molto popolari e vennero tradotti in inglese da Elisabeth Elstob, amica di Mary Astell. “Artemane o il Gran Ciro” contiene una discussione sull’educazione femminile.

Madrigal de las Altas Torres

Abitato e municipio della provincia di Ávila, della comarca di Arévalo, dove nacque Isabella I di Castiglia.

Madruí

Badessa di Sant Pere de les Puel·les.

Malleus Malleficarum

Chiamato anche “Martello delle streghe”, è un manuale per inquisitori scritto dai domenicani Heinrich Kramer e Jakob Sprenger con la benedizione di Papa Innocenzo VIII, che significò l’inizio della caccia alle streghe e fu il testo su cui si basarono gli inquisitori posteriori.

Margherita Porete

Margherita Porete (m. 1310) scrisse il testo mistico più antico in lingua francese, Miroir des simples âmes anéanties, in cui cerca di mostrare come in uno specchio la verità spirituale che vuole insegnare. Nel libro sostiene l’essenziale libertà dell’anima, libertà che comporta una indifferenza per le pratiche esteriori. Il libro fu bruciato, come la sua autrice, sulla pubblica piazza.

María de Luna

Regina della Corona d’Aragona.

Marta y María

Vangelo di San Luca, 10, 38-41. Lo commenta magnificamente Isabel de Villena nel capitolo 122 della Vita Christi: Continuando il clemente Signore ad andare molte volte a casa della gentile Maddalena, sua Maestà era servita con molta cura, poiché si faceva carico della preparazione dei cibi principalmente la gloriosa Marta, che era persona ammodo e di molta carità; e Maddalena che si fidava della sollecitudine di detta sorella sua, le lasciava tutto a suo carico, per potersi dedicare con più riposo a guardare e contemplare quel volto divino... [Risposta di Gesù alla richiesta di Marta che chiede a sua sorella di aiutarla]: “Oh, Marta, Marta! Tu sei molto sollecita e ansiosa per le attività, e perciò senti grande trepidazione e vorresti che Maria, tua sorella, stesse con te a fare tali lavori; e questo stesso non si può fare perché lei ha scelto la parte migliore... Ma sappi, Marta, che io voglio che voi due, sorelle, siate duchesse e guide del mio popolo che va sulla strada del Paradiso, regno nel quale nessuno può andare se non per due vie, che sono la attiva e la contemplativa, di cui voi due sarete esemplari e dottore” (Isabel de Villena, Protagonistes femenines de la “Vita Christi”. Edición a cargo de Rosanna Cantavella e Lluïsa Parra. Barcellona, La Sal, 1987, pp. 66-69).

Mary Astell

Femminista e scrittrice del XVII secolo.

Matilde di Magdeburgo

La mediazione nel passaggio delle anime all’Aldilà è molto presente nell’opera di Matilde di Magdeburgo, una delle beghine che ha lasciato prova scritta della sua esperienza spirituale. Nel libro La luce fluente della divinità manifesta un grande affetto per le anime del Purgatorio: “Le devo dissetare con il sangue del mio cuore”, dice (V, 8).

Medicina ippocratica

Si basa sui testi di Ippocrate (secoli V-IV a. C.) e sugli scritti dei suoi molti discepoli, che formano il Corpus Hipocraticum o Scuola Ippocratica. I loro pregiudizi sulle donne adottarono una patina medico-scientifica che dominò il discorso medico fino al XIX secolo, con teorie come quella del ventre errante e quella degli umori.

Memoria femminile

Nonostante la difficoltà dovuta alla mancanza di vincoli giuridici che congiungano tra loro ciascuno dei monasteri di damianite-clarisse dispersi per tutta l’Europa cristiana, la coscienza di appartenere a una medesima radice femminile è un dato di fatto, come dimostrano sia queste tradizioni leggendarie che fanno risalire l’origine di una comunità alla volontà fondatrice di Chiara d’Assisi, sia anche la reale dipendenza genealogica che si stabilirà tra i monasteri di minorite, per il crearsi di catene di fondazioni: nuove comunità nate da gruppi di donne provenienti da un monastero-madre che si erige a modello e stimolo per altre fondazioni nella zona. È il caso dei monasteri di Barcellona, Saragozza, Pamplona, Burgos, Salamanca e Zamora, che costituiscono il primo gruppo di monasteri di clarisse ispaniche. Per saperne di più: J. García Oro, “Orígenes de la clarisas en España”, Archivo Ibero-americano, 54 (1994), pp. 163-182.

Michel Certeau

Teologo e sociologo.

N
Novísima Recopilación

Raccolta delle leggi castigliane precedenti, comprese le Partidas, le leyes de Toro, ecc.; intende completare la Nueva Recopilación. Fu pubblicata nel 1805 per ordine di Carlo IV.

O
Ordine simbolico della madre

La lingua materna, la lingua che parliamo, quella che ogni madre (o chi occupa il suo posto) insegna a sua figlia o figlio nella primissima infanzia, quando le insegna a parlare. Con la lingua materna impariamo il mondo (Luisa Muraro).

Ordine simbolico femminile

Perché possa esistere un ordine simbolico femminile, la pensatrice Luce Irigaray dice che è necessario ci siano due assi: uno verticale -il riconoscimento di autorità femminile- e un altro orizzontale -un “tra donne”. Se il rapporto orizzontale tra donne permette di significare la comune appartenenza di genere, il riconoscimento di autorità femminile che rende patente la disparità tra donne rimanderà alla relazione materna, la relazione dell’origine.

Ordine simbolico patriarcale

È il senso del patriarcato. Il patriarcato è un sistema di potere basato sul dominio, da parte di uomini eterosessuali, del corpo femminile fecondo e dei suoi frutti. Ha preso forme storiche diverse.

P
Pandora

Personaggio di riferimento del mito greco riportato estesamente da Esiodo nelle sue opere Teogonia e Le opere e i giorni. Si tratta di uno dei tipici miti di fondazione del patriarcato, in cui Pandora, la prima donna, assimilabile alla Eva biblica, avrebbe portato all’umanità tutti i mali del mondo.

Patriarcato

Il patriarcato è un sistema di potere basato sul dominio, da parte di uomini eterosessuali, del corpo femminile fecondo e dei suoi frutti. Ha preso forme storiche diverse.

Patrilineare

Si riferisce in generale alla filiazione e linea di successione per via paterna, tipica delle società patriarcali. Generalmente la filiazione patrilineare va insieme alla patrilocalità. Nelle società patriarcali la circolazione delle donne attraverso il matrimonio si rende necessaria, come parte del contratto sessuale tra uomini, per mantenere la distribuzione e l’appropriazione agnatizia della discendenza. Le donne quando si sposano sono sradicate dalla famiglia di origine per essere trasferite e riprodursi in un lignaggio estraneo, quello del marito. I suoi figli e figlie sono attribuiti al lignaggio o genealogia maschile.

Pechos

Imposta o tributo che si pagava alla regina, al re, alla signora o al signore che ne aveva la giurisdizione, in ragione dei beni o del reddito.

Pellegrinaggi

Nonostante una delle caratteristiche delle società patriarcali sia la mancanza di mobilità femminile, il viaggio per motivi o inclinazioni religiose è un fatto assodato fin dalle prime generazioni cristiane. Dalle cosiddette “mulieres celibes” che viaggiavano per l’Impero Romano diffondendo la nuova fede, o le aristocratiche del IV secolo che facevano le pellegrine in Terra Santa, per tutto il Medioevo continuerà il viaggio di pellegrinaggio verso punti significativi della tradizione cristiana (Gerusalemme, Santiago de Compostela, Roma ecc.). Compiuto da donne sole o in piccoli gruppi, di diverse provenienze sociali, il pellegrinaggio diventa per le “mulieres religiosae” (beghine, terziarie...) una significativa pratica di devozione e una manifestazione esterna della loro spiritualità.

Peste Nera

Malattia infettiva, molto grave e contagiosa, causata dal bacillo di Yersin, trasmesso da pulci propagate, a loro volta, dal ratto nero. Arrivò in Occidente da Kaffa, porto per l’esportazione di cereali della penisola di Crimea, nel 1346; da lì passò a Costantinopoli, giunse in Sicilia, a Genova, in Provenza, Inghilterra e Penisola Iberica nel 1348; nel 1350 aveva raggiunto la Germania, la Scandinavia e la Polonia.

Popolazione araba rimasta

La popolazione mussulmana che abitava in terre cristiane e che sarà progressivamente espulsa dalle terre dei regni d’Aragona e di Castiglia; l’espulsione si concluderà tra il 1609 e il 1610.

Pratica della relazione

Pratica politica la cui importanza per la vita e la storia delle donne fu scoperta dalle donne della Libreria delle donne di Milano nell’ultimo terzo del XX secolo. Per saperne di più: Libreria delle donne di Milano, Non credere di avere dei diritti. La generazione della libertà femminile nelle idee e nelle vicende di un gruppo di donne, Torino, Rosenberg & Sellier, 1987; Marina Santini e altre, Cambia il mondo cambia la storia. La differenza sessuale nella ricerca storica e nell’insegnamento, Milano, Libreria delle donne di Milano, 2001; Un altro ordine di rapporti, numero monografico di “Via Dogana. Rivista di pratica politica”, 65 (settembre 2003).

Prelazioni

Formula per prevenire la successione in caso di morte dei contraenti che firmano capitolati matrimoniali. Nelle prelazioni si stabilisce una preferenza su chi debba succedere tra i discendenti che avessero i coniugi. Le prelazioni più correnti nell’Età Moderna erano quelle di nuzialità e di sesso, che spesso erano collegate. Si dava la preferenza ai coniugi per i quali si firmavano i capitolati matrimoniali e agli uomini al di sopra delle donne.

Presiedere processi

Processo presieduto da Ermesenda in seguito al reclamo fatto da Madrona, contadina della piana di Barcellona, che era stata spogliata delle terre e reclamava giustizia davanti alla contessa: A giudizio della signora Ermesenda, contessa, e dei suoi giudici... venne alla sua presenza una donnetta prigioniera, di nome Madrona, in lacrime, chiedendo giustizia per la sua eredità paterna, che suo fratello Bonhome dilapidò quando lei era prigioniera nella città di Cordova.

Legalmente, l’eredità dei genitori si divideva ancora tra tutti i figli e figlie. A Madrona spettava la sua parte di una eredità che, almeno dopo la dilapidazione fatta dal fratello, che ironicamente si chiamava Bonhome (Buon uomo), era un’eredità modesta, corrispondente a quello che era la maggioranza delle proprietà dei piccoli contadini e contadine libere dell’epoca, che avevano occupato la terra brulla e piantato vigneti durante il processo di ripopolamento. La contessa riconosceva il diritto di proprietà di Madrona. Fonte: Diplomatari de la catedral de Barcelona. Barcellona, Archivo capitular de la Catedral. 1995, doc. 345 (anno 1000).

Primogenitura

Forma di fedecommesso in base alla quale si designa il primo discendente (generalmente maschio) come successore dei beni dell’asse ereditario. La primogenitura diventò legge universale nel diritto successorio catalano e fu la norma anche per le aristocrazie europee a partire dal Basso Medioevo, dando luogo a istituzioni come il maggiorasco (primogenitura implicante sostituzione fedecommissaria) in Castiglia.

Promessa d’eredità

Si tratta di un’istituzione fondamentale del diritto successorio catalano con cui si effettua la trasmisione patrimoniale dell’asse ereditario attraverso una donazione di beni presenti e futuri da parte del donante (generalmente il padre) a favore del donatario (generalmente il figlio). È una donazione “inter vivos”, cioè effettuata durante la vita del donante e con il consenso di entrambi, generalmente attraverso i capitolati matrimoniali.

Puellae doctae

Donne umaniste del XIV, XV, XVI secolo. Erano donne colte ed erudite istruite fin dall’infanzia, generalmente dal proprio padre, nelle discipline dell’epoca, in particolare nelle lingue classiche come latino e greco e nella filosofia. Molte di loro scrissero opere di notevole pregio e importanza in latino.

Q
Quartiere di Sant Pere di Barcellona

Questo attuale quartiere della città di Barcellona si è sviluppato urbanisticamente attorno al monastero di Sant Pere de les Puel·les, fondato durante la prima metà del X secolo in un’area che a quel tempo era fuori le mura della città. I documenti bassomedievali lo chiamavano già burgo o villanueva di Sant Pere. La toponomastica attuale (calle de Sant Pere més Baix, Sant Pere Mitjà, Sant Pere més Alt, e un lungo eccetera) riflette bene la maternità urbanistica della comunità femminile, che possedeva proprietà e giurisdizioni sul territorio intorno alla sua casa e che può ben considerarsi la madre del quartiere. Altri progetti di donne come l’Instituto de Cultura y Biblioteca Popular de la Mujer, la Escuela de la Mujer e più recentemente il Centro de Cultura de Mujeres Francesca Bonnemaison, hanno mantenuto la visibilità dell’azione femminile nel quartiere.

Querelle des femmes

La Querelle des femmes fu una pratica politica sorta in Europa negli ultimi decenni del secolo XIV e durata fino alla Rivoluzione Francese, cioè fino alla fine del XVIII secolo. Consistette in un grande sforzo di uomini e di donne colte per mettere in parole i rapporti dei sessi e tra i sessi nati dalla crisi del feudalesimo.

R
Ramon

Figlio di Borrell, conte di Barcellona.

Rapporti patriarcali

Sono i rapporti di potere, sfruttamento e dominio che si stabiliscono tra i sessi nelle società patriarcali, a detrimento delle donne. Le femministe materialiste definiscono i rapporti patriarcali in termini simili a quello che sarebbero i rapporti di produzione tra imprenditori e operai nel sistema economico o modo di produzione capitalistico.

Relazioni tra donne

Il pensiero e la pratica politica della relazione tra donne, nata nel movimento femminista stesso (Libreria delle donne di Milano, ultimo terzo del XX secolo), è stata la chiave per poter compiere uno spostamento di senso nel concetto di libertà, di libertà femminile. Perché si è capito che la libertà, per una donna, si accompagna al senso della relazione, insieme a un senso dell’autorità di radice femminile che autorizza questo modo di agire. Per saperne di più: “La llibertat relacional”, Tavola rotonda del Congresso delle Filosofe di Barcellona (autunno 2002), Duoda. Revista d’Estudis Feministes, núm. 26, 2004 (Libertà relazionale, versione italiana in www.libreriadelledonne.it).

Religioni del Libro

La storiografia denomina religioni del Libro l’ebraica, la mussulmana e la cristiana, che riuniscono le loro tradizioni e rivelazioni rispettivamente nella Torah, nel Corano e nella Bibbia.

Rinascimento

I secoli XV e XVI sono stati considerati una tappa di progresso dell’umanità, a causa dell’espansione culturale nel campo delle arti e dei progressi scientifici. Trionfa l’umanesimo, con l’affermazione del mondo e dell’uomo come centro delle cose. Tuttavia questo è un umanesimo escludente, dato che prescinde dalle donne, per le quali non fu un’epoca di progresso ma di regresso, come conferma la teoria dei Rinascimenti di Joan Kelly.

Rosvita di Gandersheim

Rosvita nacque verso il 935, in una famiglia nobile della Sassonia (Germania), forse imparentata con la casa reale di Sassonia. Ricevette una eccellente educazione. Fu canonichessa presso l’abbazia di Gandersheim e potè disporre della sua biblioteca, straordinariamente ricca. È la prima autrice e il primo autore di teatro in Europa. Di lei conserviamo un ciclo di sei commedie - audaci e divertenti -, un ciclo di otto leggende - entrambi i cicli con protagonismo soprattutto femminile - e due opere di storia: una biografia dell’imperatore Ottone I e una storia delle origini di Gandersheim, il tutto scritto in latino. Morì dopo il 973. Durante gli ultimi anni della sua vita o poco dopo la morte fu copiato l’unico manoscritto delle sue opere che sembra completo, nell’abbazia femminile di San Emmeram, a Regensburg/Ratisbona. Il teatro di Rosvita fu presto tradotto in altre lingue e continua a essere rappresentato anche oggi.

S
Sancha di Castiglia

Contessa di Barcellona, figlia del conte di Castiglia Sancho García, si sposò ancora bambina con Berenguer Ramón I, conte di Barcellona, nel contesto di un patto tra il re Mundir di Saragozza e i conti di Barcellona e di Castiglia (1016); fu madre di Ramón Berenguer I e morì giovane, nel 1027.

Sancha Ximenis de Cabrera

Sua madre fu Timbor de Prades – figlia del conte Joan de Prades e di Sancha Ximenis de Arenós-, suo padre fu Bernat IV, visconte di Cabrera e di Bas, conte di Módica e di Osona, fu cugina prima della regina Margarita de Prades, seconda moglie di Martín el Humano. Il primo documento in cui la si nomina è il testamento della madre, del 1397. Il padre la sposò con Arquimbau de Foix, figlio della contessa Elisabet de Foix e di Arquimbau de Grailly, nel 1408; ricevette come dono di nozze la baronia di Novalles. Fu madre di due figlie, Isabel e Juana; diventò vedova nel 1417, ciò vuol dire che Sancha fu sposata per un massimo di nove anni. Vedova da giovane, sopravvisse ampiamente al marito e anche alle figlie; era una vedova della nobiltà, ma lontana dalla corte. Visse momenti difficili: la sollevazione remença (imposta di riscatto), la guerra civile, e gravi problemi economici. Firmò il testamento il giorno 1° febbraio 1471, con il notaio di Barcellona Bartolomé de Requesens, designando eredi universali l’Hospital de la Santa Cruz e la Pía Almoina. Sancha Ximenis morì il 25 novembre 1474, festività di Santa Caterina, dopo più di due anni di malattia.

San Juan de las Abadesas

Monastero benedettino femminile fondato da Wifredo I el Velloso, conte di Barcellona, e da sua moglie Guinedilda, contessa di Barcellona. Nell’885 lo dotarono ampiamente di terre, mentre facevano oblazione della figlia Emma al monastero. La ricca comunità di monache fu dissolta nel 1017.

San Pedro de Burgal

Fu forse un monastero misto, o perlomeno nel X secolo aveva una comunità femminile. Tra il 945 e il 966 era badessa Ermengarda de Pallars, figlia del conte Isarn I; prima e dopo quelle date è documentata la presenza di uomini a dirigere la comunità.

Sant Daniel de Girona

Il monastero benedettino femminile di Sant Daniel di Girona fu fondato da Ermesenda nel 1018, poco dopo la morte del marito e poco dopo la scomparsa della comunità di Sant Joan de les Abadesses. Da quanto risulta nel documento di dotazione, la stessa Ermesenda aveva ordinato di edificarlo, poi lo dotò e lo destinò a monastero di monache; ancor oggi è sede di una comunità femminile (Col·lecció diplomàtica de Sant Daniel de Girona. Fundació Noguera. Barcellona, 1997, documento 6, anno 1018).

Santità

Nel computo dei nuovi santi tra il XIII e la fine del XV secolo risalta, per importanza quantitativa, la grande componente femminile, espressione dell’intensa partecipazione delle donne al fenomeno religioso. L’elenco dei santi cristiani di quest’epoca ci rimanda in particolare a donne laiche o semireligiose legate in molti casi ai terzi ordini mendicanti (Angela da Foligno, Margherita da Cortona, Caterina da Siena), o anche a donne provenienti dai secondi ordini (Chiara d’Assisi, Chiara da Montefalco, Agnese di Boemia). Oltre a questa santità ufficiale, riconosciuta dalla Santa Sede, l’epoca lascia intravvedere anche processi di santificazione a scala locale promossi dai laici e da parte del braccio ecclesiastico locale, e culti di devozione verso donne con “fama sanctitatis”.

Sant Pere de les Puel·les

Il monastero benedettino di Sant Pere de les Puel·les o di Sant Pere di Barcellona fu fondato nella prima metà del X secolo e la sua chiesa fu consacrata nel 945, come dice l’atto di consacrazione della chiesa. Probabilmente nella città di Barcellona c’era già qualche tipo di vita comunitaria femminile, non regolata dalle normative degli ordini religiosi, perché si conservano dati su donne dedite alla vita religiosa che non sembrano legate a nessun monastero. Il monastero di Sant Pere era esente da giurisdizione episcopale e dipendeva direttamente dal papa; la sua chiesa fu la parrocchia del quartiere. Ben dotato fin dagli inizi, il monastero fu nel corso dei secoli uno spazio di vita di donne delle élites sociali. L’edificio monastico fu distrutto e la sua chiesa restaurata completamente nel 1909, e oggi rimangono pochi resti visibili di quello che era la costruzione originale. Da più di un secolo la comunità vive in un nuovo edificio monastico della calle Anglí nel quartiere di Sarriá.

Scienza

La scienza è attualmente il paradigma di riferimento costituito in passato dalla religione. Questo processo cominciò preecisamente con il Rinascimento e si consolidò con l’Illuminismo e le rivoluzioni borghesi del XIX secolo. Con parole di Milagros Rivera, la scienza è, “da quando il progetto di uguaglianza tra i sessi si definisce chiaramente, una misura chiave della realizzabilità di questo progetto politico, un campo nel quale si decide chi ha il potere di nominare la realtà presente in tale modello di convivenza sociale; un campo nel quale ancora oggi a noi donne viene sottratto l’esercizio dell’autorità femminile” (Rivera 1998, pp. 25-26).

Scrittura visigotica

È la scrittura usata nei regni di León , Castiglia, Aragona e Principato di Catalogna tra i secoli VII-VIII e XII. In Catalogna il suo uso si ridusse più in fretta all’arrivo della scrittura carolina. I manoscritti e i documenti ci permettono di apprezzare una forma più rotonda e accurata, presente nei manoscritti e documenti più solenni, e una forma più corsiva o documentale. È una scrittura che deriva dalla corsiva nuova romana e prende forme caratteristiche nei territori della penisola iberica. È una delle scritture che si possono inquadrare nel cosiddetto “particolarismo grafico medievale”. Le sue lettere più caratteristiche sono la “a” alta, un po’ inclinata verso sinistra e aperta, o bassa e aperta come se fosse una “u”; la “t” a forma di tau greca o con l’occholino chiuso; la “e” alta e aperta. In alcuni casi usa un alfabeto maiuscolo o con molti elementi ornamentali che mostra una certa influenza della scrittura araba.

Vedere: MILLARES CARLO, A.; [RUIZ ASENSIO, J.M. (aggiornato da)], Tratado de Paleografía Española, 3 voll., Madrid, 1983; ARNALL JUAN, J.; PONS GURI, J.M., L’escriptura a les terres gironines, 2 voll., Girona, 1993.

T
Tecnica dell’affresco

La tecnica dell’affresco è una tecnica pittorica murale in cui si prepara la superficie con un intonaco di calce e sabbia e poi si usano solo colori sciolti in acqua (tempera) che devono essere applicati sull’intonaco fresco e ancora umido.

Teresa Díez usa la tecnica del “fresco secco”, anche detta dell’affresco imperfetto. In questa tecnica per fissare i colori si usava la tempera sul muro sbiancato con una miscela di calcina mista, di calce e di sabbia.

Tenzone

Composizione della poesia cortese in cui si sviluppa un dibattito a due voci che si riferisce a questioni proprie dell’esperienza.

Teresa de Cartagena

La diede alla luce nella città di Burgos María de Saravia, nel primo terzo del XV secolo. Suo padre fu Pedro de Cartagena. Fece parte di una importante famiglia ebrea conversa di questa città, gli Ha-Leví. Passò l’infanzia e l’adolescenza a Burgos, nel quartiere di Entramas Puentes - ossia tra i ponti dell’Arlanzón e del Vena -, nel palazzo e torre del Canto, situato nella via Cantarranas la Menor. Si formò in casa e all’Università di Salamanca dove studiò per alcuni anni. Si sposò con il signore di Hormaza (Burgos). Pare che non sia stata madre. Si dedicò alla sua scrittura e alla sua spiritualità: a questo si dedicava nel 1453. Fu forse canonichessa agostiniana nel monastero di San Ildefonso della città di Burgos. Scrisse almeno due libri, intitolati Arboleda de los enfermos e Admiración de las obras de Dios, dedicati a Juana de Mendoza, moglie di Gómez Manrique. Viveva ancora nel 1478.

Teresa Díez

Pittrice che svolse la sua attività in area castigliana all’epoca di María de Molina (c.1265-1321). La storiografia dell’arte la colloca nell’ambiente del nucleo artistico che si sviluppa agli inizi del gotico a Salamanca. Frutto dell’attività di questo nucleo artistico sono la cappella di San Martino e alcuni sepolcri della Sede Vieja di Salamanca. Teresa Díez dipinse i murali del coro del Real Monasterio de Santa Clara di Toro, e lasciò la sua impronta pittorica anche nella Collegiata e nella chiesa di San Pietro della medesima città, oltre che nel fregio del tempio di La Hiniestra e nei murali al piede della chiesa di Santa María la Nueva di Zamora, che le sono stati attribuiti.

Teresa d’Avila

Teresa Sánchez de Ahumada conosciuta come Teresa di Gesù o Teresa d’Avila, fu una mistica, fondatrice e scrittrice castigliana nata ad Ávila il 28 de marzo 1515 e morta ad Alba il 4 ottobre 1582. È una grande poetessa e prosatrice. Scrisse il Libro della mia vita (1562), le Costituzioni e il Cammino di perfezione (1562-1567), il Libro delle fondazioni (1573-1574) e il Castello interiore (1576-1577). Per conoscerla meglio, si veda: Rosa Rossi, Teresa d’Avila, Roma, 1993; Cristina Segura, “Las celdas de los Conventos”, in Por mi alma os digo. De la Edad Media a la Ilustración, dir. Anna Caballé, Barcellona, 2003, pp. 113-150.

Terreras

Man mano che la comunità cresceva, la rendita lasciata da Brigida diventò insufficiente, ragion per cui le Terreras dovettero far ricorso all’aiuto delle elemosine dei cittadini. Questa situazione si aggravò in seguito al conflitto sorto con Joan Bernat Terré a causa di tale rendita, conflitto risolto con una transazione con la quale le parti si accordarono per una riduzione della rendita a 24 lire annue. È probabilmente questa situazione che le ha portate a proporre una regolarizzazione del loro modo di vivere. Alla fine optarono per l’ordine di San Gerolamo, seguendo però la regola di sant’Agostino. Esprimevano così una scelta comune ad altri beghinaggi che si erano anch’essi regolarizzati, dato che questa regola, essendo meno rigida nella regolazione, rispondeva meglio alle caratteristiche del loro precedente modo di vivere.

Tertulliano

Teologo cristiano del II secolo.

Testamento

Documento in cui si fa risultare in forma legale la volontà di una testatrice o di un testatore, e pertando è la dichiarazione che una persona fa della sua ultima volontà, in cui dispone di beni e affari che la riguardano per il tempo successivo alla sua morte.

Timbor

Timbor era sorella di Sancha Ximenis de Cabrera ed era sposata con Juan de Híjar; aveva un buon rapporto con Sancha.

Trovadora

Le trovatore o trobairitz furono compositrici provenzali di musica e poesia dei secoli XII e XIII.

V
Volontà fondatrice

L’azione di fondare spazi per vivere la trascendenza e la pratica della spiritualità, adottando forme monastiche o semireligiose, è legata in modo significativo alle donne. Si tratta di fondazioni che rispondono a un desiderio femminile, un desiderio che sostiene e mantiene queste pratiche e questi spazi nel corso della storia e in modo ricorrente, dai primi movimenti cristiani del IV secolo fino al progetto di riforma della Chiesa del Concilio di Trento (1545-1563).

Z
Zeus

Il padre degli dei greco, equivalente al Giove romano.

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